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Indicazioni metodologiche per un “buon PDP”                                                           Capitolo

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Introduzione

Chiariti, nel capitolo precedente, gli aspetti relativi all’opportunità, alle tempi-  Capitolo 1, p. 11
stiche e ai soggetti coinvolti nel processo di redazione del PDP, il passo succes-
sivo consiste nella definizione di “cosa” inserire al suo interno: cioè gli elementi
essenziali di un “buon piano”.
Considerata l’estrema eterogeneità dei bisogni educativi speciali, è importante
avvalersi di modelli di PDP rispondenti e adattati alle specifiche esigenze del
singolo allievo: difficilmente, infatti, un modello ideato per un disturbo d’ap-
prendimento può trovare un’estensione automatica a un disturbo comporta-
mentale (e viceversa).

È bene puntualizzare che il Ministero dell’Istruzio-   ATTENZIONE!
ne non propone ad oggi un PDP codificato e impo-
sto a tutte le scuole, ma presenta nel suo sito due      Se da un lato è importante optare per un modello di
modelli, pensati soprattutto per gli alunni con DSA      PDP che risponda alle specifiche esigenze del singolo
(hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dsa).     allievo, introducendo tutti gli eventuali adattamenti
Nella logica dell’autonomia quindi ogni scuola può, e    ritenuti opportuni, dall’altro lato è anche opportuno
anzi dovrebbe, elaborare il proprio modello di PDP,      evitare una proliferazione di modelli all’interno del me-
eventualmente ispirandosi a esperienze consolidate       desimo Istituto, opzione che creerebbe confusione sia
e partendo da quello del MIUR che offre dei pilastri     per gli insegnanti sia, soprattutto, per i genitori.
di riferimento.

È infatti evidente che il PDP, qualunque sia la struttura di partenza, deve es-       MIUR modello PDP
sere calato nella specifica situazione a cui è destinato a seconda di una serie di    primaria pp. 122-125
elementi di riflessione:
•	 il tipo di difficoltà o di disturbo mostrato dall’alunno;
•	 il profilo specifico di funzionamento e l’età anagrafica;
•	 il contesto di inserimento, il livello di flessibilità presente a scuola ecc.

In questo capitolo, a partire dal modello del MIUR, viene fornito un esempio          PDP esemplificativo
generale, con indicazioni operative, adattabile ai singoli casi: le aree in cui è     generico, pp. 60-66
articolato possono essere di volta in volta ampliate, sintetizzate o eliminate a
seconda delle esigenze particolari dell’allievo a cui è destinato, cercando di con-
siderare la multidimensionalità delle casistiche.

La Guida, inoltre, presenta un ventaglio di PDP creati e validati per specifiche      Esempi di PDP,
condizioni (Dislessia, Disgrafia, Disortografia, Difficoltà nella produzione scrit-   pp. 82-120
ta, Discalculia e ADHD) tratti dalle altre Guide della collana: possiamo così far
riferimento a modelli sperimentati, basati su approcci metodologicamente cor-
retti, ma anche praticabili nella realtà quotidiana dell’insegnamento. In parti-
colare, nel modello generico proposto sono presenti delle trasversalità comuni
a tutti gli altri modelli di PDP pubblicati per proporre un percorso multidimen-
sionale che amplia i pilastri proposti dal modello del MIUR.
In sintesi, il presente capitolo ha l’obiettivo di fornire spunti di natura me-
todologica, che aumentino la consapevolezza con cui utilizzare opportuna-
mente anche i modelli già strutturati.

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