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L’EDITORIALE
La prospettiva
della continuità
“L’educazione da zero a sei anni può contribuire
in maniera positiva alle acquisizioni future del
bambino non anticipando alcuni apprendimenti,
bensì riconoscendo la specificità dell’età infantile,
Anna Lia Galardini
Direttrice le caratteristiche proprie del bambino piccolo, i suoi
bisogni specifici, le sue esigenze più impellenti…”
(A. Bondioli)
ffrontiamo a chiusura dell’anno educativo la questione
che sta caratterizzando il dibattito pedagogico: la conti-
A nuità tra i servizi per i bambini da zero a sei anni.
La prospettiva della continuità vuole sottolineare la specificità
dell’educazione che riguarda i bambini prima del loro ingresso
alla scuola primaria e considera lo zero-sei un unico periodo,
date le caratteristiche peculiari che lo contraddistinguono. Il
nido e la scuola dell’infanzia devono fare riferimento a una
modalità non trasmissiva di educazione capace di dare sostegno
al potenziale del bambino e alla costruzione della sua identità.
Ci sono alcuni aspetti del progetto educativo che emergono
con particolare significato. Il tema della cura come agire fatto
di gesti, parole, sguardi, sentimenti positivi, che confermano
l’“avere a cuore” il benessere del bambino. La centralità del
gioco come proposta trasversale rispetto a ogni esperienza,
come condizione favorevole all’apprendimento, al manifestarsi
delle curiosità e delle emozioni. L’importanza dell’allestimento
di un ambiente che pone attenzione agli spazi e ai tempi, che si
propone stimolante e accogliente, capace di suscitare esperienze
e di garantire ai bambini socialità e affetti.
È su questi temi chiave che si interroga la professionalità di chi
educa, nella ricerca di obiettivi da condividere a garanzia del
diritto dei bambini alla cura e all’educazione.
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