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L’EDITORIALE
di Silvana Loiero
La scuola
è per tutti
irando nelle nostre scuole capita spesso di osservare bambini impazien- La nostra
ti, con ridotte capacità di attenzione e frequente instabilità motoria.
G Qualche esperto attribuisce le cause ai nuovi modelli educativi, qualcun scuola primaria
altro all’esposizione massiccia ai mille stimoli della società odierna (suoni, im-
magini, parole)… sa attrezzarsi
Alcuni mesi fa, all’inizio della scuola, ho incontrato alcuni insegnanti di classe
prima che mi hanno parlato proprio di questo: i bambini di oggi sono diversi per fronteggiare
rispetto al passato, fanno mille domande, hanno voglia di conoscere tante cose,
ma non riescono a stare fermi e attenti più di dieci minuti. Gli insegnanti non si problemi
sono scoraggiati, si sono rimboccati le maniche, hanno cercato di saperne di più vecchi e nuovi,
sulle tecniche e strategie di gestione della classe, hanno chiesto consigli ai colle-
ghi… Adesso, dopo alcuni mesi e tanta fatica, sono soddisfatti del lavoro fatto e e realizzare
dei risultati ottenuti.
Purtroppo, però, in alcune scuole italiane, poche per fortuna, è stata messa in attività
atto una strategia di “evitamento”. Di fronte a bambini considerati “ingestibili”
sul piano del comportamento, dopo varie riunioni con i genitori, alcuni dirigenti all’insegna
scolastici hanno deciso di far frequentare gli allievi con un orario ridotto, alme-
no nella prima parte dell’anno. Situazioni del genere fanno indignare, perché dell’“inclusione”
sottrarre il servizio scolastico a un bambino è del tutto illegittimo. Ma non dob-
biamo dimenticare che la scuola pubblica, evocata dalla Costituzione, è aperta a
tutti e che vanno garantiti ai bambini uguali opportunità.
Per fortuna i contesti scolastici in cui si mettono in atto comportamenti discri-
minanti sono pochi; la grande “famiglia” della scuola primaria italiana sa at-
trezzarsi per fronteggiare problemi vecchi e nuovi, realizza attività all’insegna
dell’“inclusione”, fa progetti sulla legalità e sui diritti, e scrive a caratteri cubitali
“I CARE” sulle pareti.
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6 | 2020 L’EDITORIALE