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L’EDITORIALE
di Silvana Loiero
Educare
il pensiero
a società odierna, del web !." e dei social network, impone la necessità di Creare in classe
aiutare i ragazzi a pensare in modo critico, a sviluppare modalità di ragio-
L nare usando la “propria testa”. un clima favorevole
La comunicazione su internet, con i messaggi ripetuti in maniera quasi ossessiva,
che rimbalzano in modo istantaneo da un sito a un blog, da Facebook a Youtube, alla riflessione
è in grado infatti di indirizzare il consenso e influenzare l’opinione pubblica. I
messaggi riguardano modelli di comportamento, stili di vita, atteggiamenti, e critica, mettere
coinvolgono aspetti legati non soltanto a beni di consumo, ma ai diritti umani,
alla vita sociale e politica. Pensiamo all’uso poco responsabile dei social media da i ragazzi a contatto
parte di chi diffonde messaggi (non solo parole ma anche immagini e video) di
disprezzo, di “incitamento” all’odio razziale, alla xenofobia e all’antisemitismo, di con problemi
ostilità nei confronti degli immigrati. per i quali trovare
Da qui la necessità di creare in classe un clima favorevole alla riflessione critica,
per mettere i ragazzi a contatto con problemi per i quali trovare possibili alterna- possibili alternative
tive di soluzione, per imparare a discutere ascoltando gli altri e rispondendo alle
loro domande. Un clima in cui gli allievi si sentano liberi di esprimere accordo o di soluzione
disaccordo. È importante, in tal senso, che i docenti sollecitino l’opinione degli
alunni: chiedendo perché, in modo che essi forniscano giusti#icazioni, spiegazio-
ni, motivazioni; chiedendo chiarimenti o esempi, invitandoli a dire di più ecc.
Lo spirito critico non si identi#ica con lo spirito della critica intesa come atteg-
giamento mentale denigratorio. Vuol dire invece abituarsi a vedere le cose da
diverse prospettive, a coltivare l’arte del dubbio, a sviluppare gradualmente la
capacità di valutare le informazioni per determinare se sono giuste o sbagliate,
per non cadere in insidie di tipo cognitivo, emotivo e sociale. E, oggi più che mai,
abbiamo bisogno di futuri cittadini in possesso di tali capacità.
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4 | 2019 L’EDITORIALE