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Un patto con L’EDITORIALE
di Silvana Loiero
le famiglie
siste uno strumento previsto dalle norme, elaborato in tutte le scuole Nel patto di
ma generalmente considerato soltanto un pezzo di carta da consegnare
E ai genitori all’inizio dell’anno scolastico. Si tratta del patto di correspon- corresponsabilità
sabilità educativa scuola-famiglia, un mezzo molto utile per coinvolgere i ge-
nitori nella vita scolastica. Ne ricordiamo agli insegnanti l’esistenza perché in educativa si
questo documento possono trovare posto una serie di elementi utili a favorire
una maggiore collaborazione tra insegnanti e genitori, nel rispetto di compiti, possono trovare
ruoli e competenze.
Tra i vari contenuti del patto ne citiamo uno spesso oggetto di conflittualità: elementi utili
la questione dei compiti a casa. Una riflessione approfondita e condivisa su a favorire una
questo tema può aiutarci ad avviare l’anno con maggiore serenità e a portare
avanti le attività con maggiore efficacia. maggiore
La nostra idea è che i compiti assegnati a casa, oltre a essere distribuiti in un
ragionevole arco di tempo e calibrati nelle quantità, in base a un accordo tra i collaborazione
diversi insegnanti che lavorano nella stessa classe, debbano avere un obietti-
vo preciso: essere funzionali a consolidare gli apprendimenti. Il che vuol dire tra insegnanti
rendere maggiormente stabile quanto è stato già acquisito nel corso delle di-
verse attività svolte in classe. In una parola: gli allievi devono essere in grado di e genitori
svolgere i compiti a casa, anche utilizzando tecniche e strategie che, a mano a
mano, i docenti hanno fatto loro apprendere.
Soltanto a queste condizioni possiamo aspettarci che i genitori aiutino i figli:
li aiutano a gestire il tempo e i modi di lavoro a casa, fanno sì che i ragazzi
possano a organizzarsi al meglio, che diventino sempre più responsabili, gra-
dualmente autonomi, e si “abituino” alla fatica. Non possiamo, né dobbiamo,
chiedere ai genitori di “studiare” con i figli (o al posto dei figli, come a volte
accade). Tra l’altro, non tutti i genitori sono culturalmente in grado di farlo,
per cui questo genererebbe una enorme disparità tra gli allievi.
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