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L’EDITORIALE
                                                                                      di Silvana Loiero

            Eroi civili della




            nostra società














                 osì il ministro dell’Istruzione Fioramonti ha de!inito gli insegnanti ai   Non è una
                 microfoni di “La Vita Scolastica” alla !iera Didacta di Firenze dello scor-
         C so ottobre. Il ministro usa spesso questa espressione nelle interviste a   novità definire
          vari quotidiani. Per lui i docenti sono eroi civili perché sono sottopagati, alle pre-
          se con un sistema scolastico molto complesso e con strutture spesso inadeguate.  gli insegnanti
          Non è una novità de!inire gli insegnanti come eroi che salvano la scuola; anche
          la scrittrice Dacia Maraini lo ha fatto in occasione della presentazione del suo   come eroi.
          ultimo romanzo, che ha come protagonista, appunto, un maestro.
          Se ci poniamo in quest’ottica possiamo anche chiamare gli insegnanti supereroi,   Ma non va bene
          e cioè superwomen e supermen con poteri eccezionali. Come fa per esempio un   aspettarsi che
          docente quando sta facendo lezione e un bambino deve andare in bagno, anche
          se c’è già stato un’ora prima? Per non incorrere in sanzioni dovute alla culpa in   gli insegnanti
          vigilando fa così: si mette sulla porta, con un occhio controlla gli allievi in classe
          e con l’altro occhio segue il bambino che percorre il corridoio ed entra in bagno.   facciano gesta
          Sperando che non scivoli sull’acqua che eventuali compagni abbiano sparso sul
          pavimento, anche involontariamente.                                       eroiche
          Questa è solo una delle tante strategie che ogni giorno ci si inventa a scuola.
          Ma non va bene così. Non va bene aspettarsi che gli insegnanti facciano gesta
          eroiche. Vorremmo insegnanti senza mantelli e senza maschere, in grado di svol-
          gere il ruolo loro consono di professionisti dell’educazione, senza preoccuparsi del
          fatto che non ci sono collaboratori scolastici a vigilare nei corridoi. Non ci sono
          perché ormai da anni i posti di collaboratore scolastico sono stati tagliati. E gli
          insegnanti non possono compensare le carenze dovute alle scelte dei decisori
          politici, che non hanno fatto investimenti adeguati perché non hanno conside-
          rato la scuola tra le proprie priorità.















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