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L’EDITORIALE
                                                                                      di Silvana Loiero
             Un selfie?




             No, grazie
















              a moda ormai dilagante dei selfie non lascia indenni bambini e ragazzi del-  Oggi la ricerca
              la scuola primaria. Anche per loro, cresciuti con sorelle, fratelli e genitori
         L “likedipendenti”, gli sguardi degli altri diventano estremamente importan-  di ammirazione
          ti. Oggi la ricerca di ammirazione comincia da piccoli e, se diventa eccessiva, può
          sfociare negli anni successivi nel bisogno di visibilità sociale a qualsiasi costo,  inizia da piccoli
          con la realizzazione di atti anche violenti come quelli di molti adolescenti di cui
          spesso i media ci riportano le “imprese”.                                  e rischia di
          D’altra parte, come sostiene lo psicologo Gustavo Pietropolli Charmet (L’insoste-
          nibile bisogno di ammirazione, Laterza, Bari, 2018), i modelli educativi dei nuovi   sfociare nel
          genitori non fanno che incrementare il bisogno dei bambini di essere ricono-  bisogno di
          sciuti dagli altri: “Molti bambini hanno dovuto imparare l’arte di riuscire a non
          farsi amare troppo e il compito quasi impossibile di aiutare i propri genitori ad   visibilità sociale
          accettare l’idea che il loro bambino è un meraviglioso bambino come tutti gli
          altri e non un messia degno di venerazione: ai bambini non piace essere venerati,   a qualsiasi costo
          preferiscono di gran lunga essere amati con moderazione e per motivi plausibili”.
          Ancora una volta viene chiamata in causa la scuola e la necessità che i docenti
          stringano una forte alleanza educativa con la famiglia. Non si tratta soltanto di
          far rispettare regole di comportamento coerenti sia a scuola che a casa, ma di
          aiutare i genitori a riflettere sul fatto che considerare i propri figli come speciali,
          e anzi più speciali degli altri, non è positivo.
          Gli allievi a scuola si confrontano con attività che richiedono impegno e sforzo:
          è importante che diventino capaci di valutare i propri punti di forza o debolezza
          e acquisiscano fiducia nella propria capacità di superare le difficoltà e di riuscire.
          Lavorare in questa direzione vuol dire aiutarli a sviluppare una buona autostima,
          che è cosa ben diversa dal narcisismo.
























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         www.lavitascolastica.it                  6 | 2019     L’ EDITORIALE
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