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Che tempo IL PUNTO
(scuola) fai?
Giancarlo Cerini,
Dirigente tecnico,
MIUR
i si interroga – soprattutto nei
momenti di “ricambio” politi-
C co – sulle riforme necessarie
per mettere la scuola nelle condizio-
ni di garantire una formazione più
“forte” e più equa ai nostri ragazzi. I
dati sui livelli di apprendimento non
sono sempre positivi (vedi le Prove
INVALSI), anzi mettono in evidenza
troppe differenze: tra Nord e Sud, tra
le diverse scuole, tra i ceti sociali, tra
gli allievi. E queste differenze aumen-
tano man mano che si passa da una
classe a quella successiva. Quasi un
valore aggiunto “alla rovescia” e non
più quell’ascensore sociale che si do-
vrebbe realizzare a scuola. Che fare?
Fa piacere che il pensiero stia tornan-
do sul tempo scuola “lungo”, cioè su
un’offerta di ambienti scolastici più
ricchi di opportunità, con più occa-
sioni culturali, con tempi più distesi
di fruizione anche libera (per esempio Dopo quasi 50 anni di storia “glo- gruppo stabile), ma anche per nuove
nei pomeriggi). riosa”, sarebbe una bella sorpresa esperienze più flessibili e opzionali
Questa richiesta viene da ambienti riscoprire le buone ragioni del caro ove i bambini a gruppi possano met-
politici diversi, da studi disinteressati vecchio “tempo pieno” nella stagione tere alla prova talenti e interessi. Il
di fondazioni, da economisti “liberal” dell’istruzione 4.0. Ma dovrà essere modello dovrebbe diventare quello
e quindi non è la classica rivendica- un tempo scuola più open, meno blin- di una giornata educativa “piena” con
zione sindacale legata all’aumento di dato nelle canoniche 27 ore (insuffi- momenti di studio guidato, ma anche
posti di lavoro per insegnanti. cienti) o 40 ore (forse eccessive), dove di socialità, di espressività, di gioco e
invece la quantità del tempo sia stret- sport, con tante occasioni di scoper-
I futurologi illuminati che paventa- tamente collegabile alla sua qualità. ta e di apprendimento personalizzati.
no un drastico calo demografico (e un Con la scuola al centro, ma con tanti
inevitabile risparmio di spesa pubblica Non basta più dire 8 ore al giorno, alleati intorno (famiglia e territorio
per l’educazione) indicano la possibi- come nel 1971 (legge 820). Diventa compresi).
lità di un reimpiego “intelligente” del- altrettanto decisivo impegnarsi per:
la risorsa insegnante per classi meno spazi, aule, laboratori, aree relax; per
numerose, per tempi pieni di qualità, servizi di accoglienza e supporto (ove Il PUNTO IN TEMPO
per modelli organizzativi più artico- ripensare anche al ruolo della men- REALE NELLO
lati e per migliori competenze degli sa); per attività curricolari comuni SPEAKER’S CORNER
insegnanti. Che sia la volta buona? (la sicurezza del lavoro d’aula con un www.lavitascolastica.it
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