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IL TEMA
Le arti in gioco
Fra tecnica
e pensiero
La sfida delle arti: cercare
se stessi e cercare di comunicarlo
agli altri: numerosi spunti operativi
nella sezione didattica (pp. 37-128)
di Gianfranco Staccioli
Università di Firenze, Segretario nazionale CEMEA
G iocare con l’arte: è il titolo di molti testi dedi- personale che possiede, a partire dalla rielaborazione grafica
dell’opera considerata. E c’è da scoprire anche l’impossibili-
cati agli insegnanti o ai bambini. Da quando è
cresciuta la moda di Girare intorno all’arte (che è
pletamente (e non lo potrà mai) a ciò che si sarebbe voluto
anche il titolo di uno scritto di Francesco De Bartolomeis tà di rappresentare un qualcosa che non corrisponde com-
degli anni ‘90), non c’è scuola che non accolga copie di im- rappresentare.
magini di opere di artisti contemporanei o antichi o che
esponga i lavori dei bambini che rielaborano Paul Klee o TANTE POSSIBILITÀ
Giuseppe Arcimboldo. Far entrare l’arte a scuola, giocare Giocare con l’arte offre infinite possibilità: si può scegliere un
con i colori, usare materiali e produrre oggetti e manu- argomento (l’acqua, il ritratto, le nuvole, la natura, la città…)
fatti espressivi è sempre una bella cosa, per i piccoli e per e sbizzarrirsi nel cercare artisti e realizzazioni (grafico-pit-
i grandi. Giochiamo con l’arte è stato quest’anno anche il toriche, musicali, motorie) che hanno affrontato l’argomen-
tema degli allegati alla rivista La scuola dell’Infanzia. to desiderato. Anche tematiche apparentemente “difficili”,
Giocare con l’arte fa bene a tutti. C’è da scoprire non solo le come la scienza, possono diventare un tema per giocare con
tecniche pittoriche, le curiose soluzioni rappresentative di l’arte intrecciandola attraverso percorsi affascinanti e curio-
molte opere, non solo le storie di personaggi pittoreschi e si. Scienza e arte sembrerebbe un collegamento non facile
unici, non solo le sfumature coloristiche o le piacevoli so- da sviluppare. Ma basta pensare ai manoscritti medievali,
luzioni estetiche di questo o di quel quadro. C’è da scoprire agli animali mobili e ai robot progettati da Leonardo, ai qua-
anche le proprie “competenze”, cioè come riesce, ciascun dri di Jan Vermeer (come La geografia, 1668) o a quelli realiz-
bambino che gioca con l’arte, a inserire quel qualcosa di zati dai daidaisti, alle macchine inutili di Bruno Munari, fino
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