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PROBLEMI AL CENTRO
La classe della maestra Silvia Chialastri al lavoro
“FORTI” E “DEBOLI”: ASPETTATIVE ROVESCIATE
Il ragionamento comune a molti è ben riassunto dalle parole di Stefania Marruchi:
L’elemento sul quale sto riflettendo è questo: gruppi di bambini generalmente meno competenti hanno trovato
la soluzione corretta, mentre altri gruppi con elementi più “forti” sono giunti a una conclusione errata. Dalle mie
osservazioni è emerso questo:
1. una sottovalutazione e una eccessiva sicurezza da parte di quei bambini che non presentano difficoltà;
2. i bambini più “bravi” sempre, sono talmente sicuri di sé da non mettere quasi mai in discussione il proprio
operato: l’errore non è contemplato;
3. i bambini più fragili hanno imparato, o stanno imparando, la resilienza: se sbaglio non è un dramma, ricomincio.
Questo a me pare importantissimo ed è emerso nella fase di discussione collettiva e di presentazione del lavoro
dei gruppi;
4. i bambini che ragionano in modo “concreto”, hanno compreso bene la situazione presentata dal testo. In un
gruppo una bambina commentava riportando una sua analoga esperienza. Questo mi porta a riflettere sull’impor-
tanza dell’elemento narrativo del testo di un problema.
E di rincalzo la maestra Alessandra Cicero (scuola primaria Gianni Rodari, Roma):
Il percorso ha permesso l’inclusione dei bambini con maggiori difficoltà nella risoluzione dei problemi, ha stimolato
il cooperative learning e il peer tutoring fra gli alunni e stimolato la loro creatività nella ricerca di nuove soluzioni.
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