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DIFFERENZE DI APPRENDIMENTO


          A CURA DI

                                                                                              Giuseppe Maiolo
                                                                                              psicoanalista
                                                                                              e scrittore

          La comunicazione


          digitale












                 iamo alle soglie di una vera e propria “mu-   La  trasformazione  radicale  dei  concetti  spa-
                 tazione  antropologica”  a  opera  della  tec-  zio-tempo, ad esempio, attiva in ciascuno di noi la
         S nologia digitale la quale sta modi!icando il        convinzione che tutto sia vicino, possibile e imme-
          nostro modo di “scrivere” le relazioni, vivere i rap-  diato.
          porti e soprattutto di comunicare.                   L’interrogativo più pressante però è quello di riu-
          Inoltre la liquidità di questa nostra epoca, per dir-  scire a sapere se i bambini di oggi saranno domani
          la alla Bauman, è fatta di comportamenti e saperi    adulti con una mente allargata, più plastica e in
          fluidi e in continua trasformazione, produce nuo-    grado di comunicare bene o invece soggetti sem-
          vi modi di pensare e comportamenti multitasking,     pre più isolati e incapaci di costruire relazioni po-
          amplia competenze cognitive modi!ica i linguaggi.    sitive.






          I NUOVI “POLLICINI”                                  Perché le nuove generazioni non hanno trovato un adulto
          Che i bambini sappiano interagire precocemente con gli   attrezzato in grado di accompagnarli nella conoscenza de-
          strumenti digitali, è un dato di fatto. Anche prima dei tre   gli strumenti digitali.
          anni  sanno  come  far  funzionare  uno  smartphone  o  un   Il sapere tecnologico si trasmette come peering, cioè tra i
          tablet ed è assai frequente vederli usare i dispositivi dei ge-  pari, e ciascuno scopre per conto suo il bello e il brutto del-
          nitori. Sono i cosiddetti nativi digitali, come li ha chiamati   la tecnologia. Navigano da soli in rete e online, chattano
          lo studioso americano Marc Prensky, che imparano presto,   giocano e si divertono, ma anche si a prendono in giro e
          prestissimo a usarli. A me piace chiamarli pollicini, un po’   si offendono sottovalutando la gravità delle loro azioni e
          perché !in da piccolissimi imparano a digitare con i pollici   quasi sempre senza che gli adulti se ne accorgano.
          diventando abili e velocissimi, e poi perché mi sembrano   Le generazioni digitali, che ora chiamiamo iGeneration, Ge-
          davvero tanti “Pollicini” che, come l’eroe della famosa !ia-  nerazione Z o meglio ancora Centennials, sono quelle dei
          ba, vagano da soli nel bosco delle nuove tecnologie, senza   nati dopo il "#$# e sono i bambini che utilizzano Internet
          che nessuno abbia dato loro gli strumenti per orientarsi.   sin dalla nascita. Figli di una tecnologia avanzata esplora-
          Pollicini che si arrangiano come possono quando incon-  no precocemente la rete e sanno navigare ancora prima di
          trano i pericoli e che non sanno a chi chiedere aiuto nelle   aver imparato a leggere e scrivere. Quando arrivano alla
          situazioni critiche.                                 primaria molti sanno già usare WhatsApp perché lo fanno
          La storia purtroppo si ripete, soprattutto quella della so-  con il telefonino della mamma e non pochi hanno un pro-
          litudine che impone loro di trovare soluzioni per salvarsi.   !ilo personale su un social costruito con dati alterati.



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