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IL TEMA | Gioco e creatività





               Un bambino che gioca è quanto                                          diano o serale a seconda della nostra
                                                                                      mano, del pennello, delle sfumature
               di più vicino a un artista che crea                                    e  persino  della  musica  che  ascoltia-
                                                                                      mo. Mentre asciuga, scegliamo un bel
                                                                                      campionario  di  forme  geometriche:
                                                                                      rettangoli,  quadrati,  triangoli,  con
               RITRATTI DI PAROLE                 conoscere Paul Klee, entriamo nei di-  particolare  attenzione  a  variare  di-
               Quante  parole  attraverso  le  nostre   pinti delle sue città, passeggiamo nei   mensioni e colori. I bambini procede-
               espressioni  ci  passano  sul  viso  ogni   vicoli  stretti,  guardiamoci  intorno:   ranno poi a giocare con queste forme,
               giorno,  di  quante  idee,  passatempi,   case sì, ma anche quadrati... più pic-  come fossero costruzioni, assemblan-
               passioni, paure è fatto il nostro quo-  coli quelli laggiù al limitare della città,   do la loro città. Le diverse dimensioni
               tidiano?  Se  ci  pensiamo,  ad  ognuno   più grandi questi vicini ai nostri passi,   e colori li aiuteranno a conoscere le
               di essi corrisponde un vocabolo, anzi   e forse intravediamo anche delle torri,   prospettive, a sperimentare la profon-
               probabilmente  più  di  uno.  E  allora   sì ma sono rettangoli, stretti e lunghi!   dità, a esprimere sensazioni, a imma-
               usiamo le parole per i nostri capelli,   E quei cerchi verdi là sono alberi? Per-  ginare storie. Sarà il colore a suggerire
               per il contorno del nostro viso o della   ché non ci sono porte e finestre? C’è   l’ora, se splenderà il sole o farà bella
               nostra bocca! E se in classe abbiamo   qualche mistero? E che ora è? È il rosa   mostra di sé la luna. Faremo così en-
               bambini  stranieri,  giochiamo  anche   dell’alba quello che vediamo o quello   trare in scena il cerchio a dare lumi-
               con la loro lingua, facciamoci tradur-  tenue  di  certi  freddi  tramonti  inver-  nosità o mistero al nostro paesaggio.
               re le parole che magari in un idioma   nali?  Chi  abita  questa  città?  Quante   E se abbiamo già scoperto nell’ora di
               straniero hanno un suono che ci piace   domande partendo da una forma ge-  geografia, la conformazione delle cit-
               di più o delle lettere che fanno più al   ometrica, che viaggio geografico, che   tà, delle metropoli, dei paesi, le carat-
               caso  nostro.  Quando  ogni  bambino   spirito di osservazione, quante paro-  teristiche  urbanistiche  delle  diverse
               avrà completato il proprio ritratto, lo   le nel nostro indagare, quali storie si   terre  del  nostro  pianeta,  potremmo
               leggerà alla classe: suoni, parole, e da   vanno delineando.           scegliere  se  la  nostra  città  sorge  in
               ogni  parola  scritta  nascerà  probabil-                              mezzo al deserto, se è un borgo di pe-
               mente un piccolo racconto, una breve                                   scatori, o un paese dai tetti spioventi
               autobiografia, un passaporto per co-                                   in montagna!
               noscere e farci conoscere dai compa-                                   Ecco che la geometria si sperimenta,
               gni. E se con i più grandi giocheremo                                  e sperimentandola si scopre l’arte, la
               con  i  quotidiani,  li  avvicineremo  in                              narrazione  e  la  scrittura  perfino:  la
               modo delicato al meraviglioso mon-                                     nostra  cartolina  andrà  inviata,  an-
               di delle metafore: non sempre infat-                                   dranno scelti destinatari, messaggi e
               ti troveranno la parola che cercano...                                 soprattutto andrà data un’identità al
               come  quel  bambino  che  utilizzò  le                                 luogo da cui inviamo.
               parole “temperature miti e variabili”,                                 Avremo così viaggiato in noi stessi e
               naturalmente  prese  dalle  previsioni                                 negli altri, passando dall’alfabeto alle
               del tempo, per definirsi un tipo “tran-                                forme geometriche, toccando terre e
               quillo, piacevole ma comune pronto                                     ascoltando  musica,  lingue  straniere,
               ad arrabbiarsi se necessario”.                                         segreti e miraggi: nelle ore del sapere.

               RITRATTI CON LE FORME
               Oppure  immaginiamo  che  stia  per
               suonare  la  campanella  e  iniziare  l’o-
               ra  di  geometria:  quadrati,  rettangoli,
               triangoli... L’arte potrebbe dirci qual-  UNA CARTOLINA AD ARTE
               cosa a riguardo? Potrebbe farci guar-  Realizziamo  infine  una  cartolina.
               dare con familiarità e senso ludico a   Prendiamo un cartoncino di un cer-
               un  cerchio?  O  spingerci  a  osservare   to  spessore  e  dipingiamolo  comple-
               senza  più  dimenticarlo  che  il  trian-  tamente  con  gli  acquerelli,  che  non
               golo non è sempre uguale? Facciamo   rendono il cielo di una sola sfumatu-
               un volo verso la Svizzera e andiamo a   ra: un rosso che potrà farsi pomeri-




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