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DIFFERENZE DI APPRENDIMENTO
A CURA DI
Il gioco per Chiara Caligari
l’apprendimento Logopedista
Caterina De Carolis
Logopedista
gni insegnante ha nel cuore e nella men- per ciò che stanno imparando. Quello che molti
te il momento esatto in cui, scegliendo insegnanti si domandano è: “Come posso motiva-
O questa bellissima professione, ha imma- re i miei studenti ad apprendere?”. Di contro quel-
ginato di condurre i propri studenti lungo la via lo che i genitori sentono ripetersi spesso durante
dell’apprendimento. Ognuno ha almeno una volta i colloqui è: “suo figlio sembra non essere interes-
fantasticato su momenti di insegnamento perfet- sato a nulla”. Molte volte non essere interessato
ti, istanti in cui gli studenti sorridono compiaciuti equivale a non essere motivato.
LA RELAZIONE TRA APPRENDIMENTO della fase di insegnamento. Per quanto un progetto di-
E MOTIVAZIONE dattico sia formalmente eccellente, il livello di appren-
La motivazione può essere definita come l’insieme dei dimento di bambini e ragazzi sarà sempre commisurato
fattori che spingono il comportamento di un individuo alla loro motivazione (Spitzer, 1996). Il bambino è per
verso una meta. Applicata all’ambito scolastico, la moti- sua natura motivato e l’ambiente ha il compito di soste-
vazione può essere intesa come uno stimolo grazie al qua- nere la sua motivazione e la sua curiosità.
le l’alunno acquisisce comportamenti positivi quali il mo- La motivazione ha un aspetto fisiologico, definito pri-
strarsi desideroso di imparare e impegnarsi nello studio. mario, rappresentato dalla spinta alla soddisfazione di
La motivazione quindi è ciò che “mette in moto” il bam- esigenze, quali per esempio cercare l’acqua per dissetar-
bino, attivandolo nello svolgimento di un determinato si. Vi è un secondo aspetto, definito secondario, che ri-
compito, sia esso un copiato dalla lavagna, un’addizio- guarda la motivazione legata alle esperienze personali e
ne, un problema di matematica o la composizione di un alla gratificazione derivante da esse. Gli ambienti, com-
testo. preso quello scolastico, possono “disegnare esperienze”
Se questa spinta manca avremo faccine scocciate, una che sostengano e modellino la motivazione secondaria.
classe rumorosa, bambini “svogliati” e insegnanti esaspe-
rati. La motivazione influenza la disponibilità del bambi- MA COME POSSIAMO MOTIVARE
no a prestare attenzione al materiale da apprendere. GLI ALUNNI?
Nel corso degli anni sono stati sviluppati diversi modelli
LA MOTIVAZIONE COME OBIETTIVO che applicano i principi della motivazione alla progettazio-
E NON COME PREREQUISITO ne didattica. Dean R. Spitzer ha studiato attività come lo
Un errore che non dovremmo mai commettere è quel- sport e il gioco, per ragionare su come rendere intrinseca-
lo di considerare la motivazione un prerequisito della mente motivante l’apprendimento. Se ci chiedessimo per
didattica, che deve essere quindi già presente a monte quale motivo si sia concentrato sullo sport e sul gioco, po-
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