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A CURA DI
La via dell’INCLUSIONE
APPRENDIMENTO Maria Chiara
Passolunghi
Università
COOPERATIVO E GIOCO di Trieste
H o sempre descritto ai miei stu- classe. Esso è incentrato su attività proca che caratterizzano l’interazio-
ne tra i membri. Il gruppo diventa,
denti l’apprendimento come
svolte in gruppo e si basa sul prin-
un processo che produce un
“movimento verso” un cambiamento, cipio secondo cui ogni componente, quindi, una “palestra” in cui il bam-
con le sue caratteristiche personali
bino può allenare le proprie compe-
alimentato dall’esperienza e prope- uniche, può contribuire all’appren- tenze sociali e sviluppare il proprio
deutico all’evoluzione, all’adattamen- dimento di tutti, divenendo così una senso di autoefficacia.
to e allo sviluppo della conoscenza. risorsa per gli altri. Tale modalità di
L’interazione e il confronto con i pari, apprendimento, dunque, da un lato IMPARARE GIOCANDO…
con gli adulti e con l’ambiente cir- valorizza le peculiarità del singolo, SI PUÒ!
costante, se promossi con modalità dall’altro consente di sperimenta- Nella scuola dell’infanzia, il gioco si
e strategie adeguate all’età, alla fase re la ricchezza della cooperazione, configura come uno strumento di
evolutiva e alle risorse proprie di cia- favorendo la crescita integrale del apprendimento cooperativo in grado
scun bambino, fungono da potenti bambino. di veicolare competenze e concetti di
motori dei processi di apprendimento. base fondamentali tanto per i succes-
APPRENDERE IN GRUPPO: sivi apprendimenti scolastici quanto
CHE COS’È PERCHÉ? per il vivere sociale, con effetti a li-
L’APPRENDIMENTO All’interno di un gruppo i bambini vello sia cognitivo e metacognitivo
COOPERATIVO? hanno al contempo l’esigenza e l’op- sia emotivo e socio-relazionale. I
Si tratta di una strategia educativa portunità di sviluppare determina- giochi possono spaziare da attività
che sul piano cognitivo promuove te abilità sociali, fondamentali per informali che coinvolgono l’elabora-
l’acquisizione di abilità e conoscenze l’incontro e la convivenza con l’altro zione di quantità e concetti numeri-
disciplinari, sul piano affettivo e re- e per l’instaurazione di un clima di ci, favorendone l’apprendimento in
lazionale favorisce la socializzazione cooperazione. La quantità e la quali- maniera indiretta, ad attività finaliz-
con i compagni e la creazione di un tà del lavoro svolto dal gruppo sono zate all’educazione interculturale o
clima di fiducia e di un ambiente in- strettamente legate al grado di fidu- all’inclusione sociale, in cui l’integra-
clusivo, consentendo l’integrazione cia, alla capacità comunicativa e di zione della diversità o della difficoltà
di bambini con difficoltà, disturbi risoluzione dei conflitti, al sostegno, rappresenta il fulcro dell’attività di
o disabilità all’interno del gruppo al rispetto e all’accettazione reci- gioco stessa.
IL GIOCO: UN OSSERVATORIO “PRIVILEGIATO”
Le attività di gioco forniscono informazioni preziose rispetto al fun-
zionamento cognitivo, emotivo e relazionale del bambino, eviden-
ziandone risorse e difficoltà. In questo contesto, l’occhio attento,
critico e sensibile dell’insegnante funge da rilevatore di eventuali
situazioni a rischio, che possono essere precocemente individuate,
accolte e gestite con interventi adeguati ed efficaci.
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